Il Medioevo è una delle quattro grandi
epoche – classica, medievale, moderna e contemporanea – in cui viene
tradizionalmente suddivisa la storia dell'Europa.
Secondo tale periodizzazione, il suo inizio si colloca nel 476, cioè
nell'anno che vide la deposizione dell'ultimo imperatore romano Romolo
Augusto e, con essa, la fine dell'Impero romano d'Occidente; è molto usata
anche la data 410, data del Sacco di Roma. La conclusione dell'età
medievale ha invece date diverse da paese a paese, corrispondenti alla
nascita delle rispettive monarchie nazionali e al periodo rinascimentale.
Le più comunemente utilizzate sono:
* il 1453, anno che segna la fine della guerra dei cent'anni tra
Inghilterra e Francia, la presa di Costantinopoli da parte dei Turchi
Ottomani e la comparsa del primo libro a stampa;
* il 1492, coincidente con la conquista del Sultanato di Granada, ultimo
baluardo islamico in Spagna, e la scoperta delle Americhe da parte del
genovese Cristoforo Colombo;
* il 1517, anno in cui Martin Lutero diede avvio alla Riforma protestante.
Nacque inizialmente come vocabolo del profetismo semieretico, dove si
indicava l'epoca di allora (il XIII secolo) come un'epoca intermedia tra
il regno dell'Antica Legge e il futuro Regno di Dio. Tale termine fu usato
in senso di periodo storico per la prima volta nell'opera Historiarum ab
inclinatione romanorum imperii decades, dell'umanista Flavio Biondo,
scritta verso il 1450 e pubblicata nel 1483. Secondo Flavio Biondo, in
polemica con la cultura del XIV secolo (che oggi consideriamo la crisi del
Medioevo), l'epoca è come una lunga parentesi storica, caratterizzata da
una stasi culturale che si colloca tra la grandezza dell'età classica e la
rinascita umanistico-rinascimentale della civiltà che ad essa si ispira.
Questa visione negativa del Medioevo è poi stata superata (anche se ancora
oggi permane una visione negativa di questa età).
Secondo l'impostazione della storiografia marxista, condivisa anche da
alcuni storici non marxisti, il Medioevo si concluderebbe con la fine del
feudalesimo e l'avvento dell'industrializzazione nel XVIII secolo.
Una suddivisione comunemente utilizzata del Medioevo è tra:
* "Alto Medioevo" (da qualcuno detto dei "secoli bui"), che va dal V al X
secolo ed è caratterizzato da condizioni economiche disagiate e da
continue invasioni da parte di Slavi, Arabi, Normanni e Magiari;
* "Basso Medioevo" o "tardo Medioevo", un periodo intermedio, che vede lo
sviluppo di forme di governo basate su signorie e vassallaggio, con la
costruzione di castelli e la rinascita della vita nelle città; poi un
crescente potere reale e la rinascita di interessi commerciali, specie
dopo la peste del XIV secolo.
Tra questi due periodi la più recente storiografia ha inserito il periodo
del Medio Medioevo o secoli centrali del Medioevo (XI-XII sec).[1]
In Europa si segue in genere la stessa periodizzazione tranne che in
Germania dove si individua un Frühmittelalter (V-VIII), un Hochmittelalter
(IX-XI) e un Spätmittelalter (XII-XV).[2]
Una suddivisione usata nel campo degli studi storici medievali è anche
quella in quattro periodi[3]:
1. Dal IV al VI secolo: tarda antichità. In questo periodo sopravvive
un'autorità imperiale forte, fino alla morte di Giustiniano I di Bisanzio
2. Dal VII al X secolo: Alto Medioevo. In questo periodo le popolazioni
barbariche si organizzano in regni ed ha inizio la presenza islamica nel
bacino del Mediterraneo che, secondo una famosa tesi dello storico Henri
Pirenne, portò al definitivo tramonto degli equilibri del mondo antico,
con uno spostamento verso nord del baricentro politico europeo.
3. Dall'XI al XIII secolo: pieno Medioevo. Si ha la piena e completa
fioritura del sistema dei Comuni medievali e delle monarchie nazionali
europee.
4. Dal XIV (dopo la peste nera) al XV secolo: basso o tardo Medioevo. Si
assiste alla crisi del sistema feudale.
Esistono inoltre altri periodi chiamati "Medioevo", applicati per esempio
alla storia greca (il "Medioevo ellenico") o giapponese.
I pareri sull'inizio e sulla fine del Medioevo sono discordanti. Alcuni
storici danno come inizio del Medioevo la fine dell'unità cristiana
d'Europa, cioè l'arrivo degli Arabi e la loro conquista (VII secolo).
Altri danno come inizio la calata dei Longobardi e l'effettiva fine dei
domini imperiali in occidente (nel 568). Altri ancora danno l'anno mille
come inizio, visto che la società europea cominciò a dare segni di
rinascita in tutti i campi. Per alcuni studiosi inglesi è questo l'inizio
del Medioevo, etichettando l'epoca che va dalla fine dell'impero romano
d'occidente all'anno mille come "i secoli bui".
Per la fine molti studiosi concordano che la data sia il 1453, cioè la
caduta di Costantinopoli, che avrebbe portato la società europea a cercare
nuove vie per l'oriente, visto che il Bosforo e il levante erano sotto
dominio turco.
Dal punto di vista sociale, dopo il collasso dell'Impero Romano
d'Occidente, si assistette ad una prima fase con la lotta tra le
popolazioni del nord e dell'est europeo per la ricostruzione a livello
locale dell'organizzazione amministrativa, militare, economica e
giuridica; questa fase fu poi seguita, verso la fine del Medioevo, da una
nuova fase di accentramento dei poteri a livello nazionale.
Cruciale in questa organizzazione fu la struttura feudale che, se da un
lato permetteva una certa stabilità grazie all'organizzazione continentale
del sistema, non fu mai sufficientemente forte da togliere completamente
autonomia alle realtà locali, che così poterono gestire la transizione tra
l'uniformità dell'Impero romano e la nascita degli stati nazionali.
Contemporaneamente allo sforzo per la creazione di stati nazionali,
nell'Italia centrosettentrionale e in alcuni centri commerciali d'Europa
si assiste invece all'emancipazione dall'Impero romano tramite i Comuni,
città o paesi indipendenti, a regime repubblicano, che si contrappongono
al concetto in formazione di monarchia nazionale, sino alla loro
trasformazione, in Italia, in signorie cittadine e poi in stati regionali,
ambienti in cui nascerà il Rinascimento.
Una realtà in grado di dare uniformità al panorama europeo fu la comune
radice religiosa basata sul cristianesimo, ereditata dall'ultimo periodo
romano e proseguita fino all'XI secolo con la separazione della Chiesa
ortodossa dalla Chiesa cattolica nel 1054.
Questa radice comune portò da un lato ad una commistione tra potere
temporale e religioso che permise dei momenti di identità come nel caso
delle crociate e proseguì, non senza conflitti, anche nella Riforma
protestante.
Resti del Castello di Cimbergo dei conti Lodrone distrutto da Bernabò
Visconti
Filosoficamente, il Medioevo si caratterizza per una grande fiducia nella
ragione umana, che si esprime nella corrente della scolastica, il cui
maggior esponente è Tommaso d'Aquino.
La crisi di questa corrente filosofica, nel XIV secolo con autori come
Duns Scoto e soprattutto Guglielmo di Ockham, fu segnata da un crollo di
fiducia nella ragione e da un conseguente crescente fideismo, portò alla
fine del pensiero medioevale ed alla nascita del pensiero moderno.
L'Umanesimo ed il Rinascimento furono dei poderosi tentativi di rispondere
a tale crisi, proponendo dei modelli, gli "antichi", come risposta al
crollo di fiducia nella ragione umana. Come è stato ben spiegato da
storici, come Régine Pernoud, gli Umanisti finirono per attribuire
all'intero Medioevo quei caratteri di debolezza della ragione e di
fideismo che ne caratterizzarono, al contrario, proprio la crisi. |